Fotografare i gioielli di Nini Bonetti è stata una sfida entusiasmante!
Lo Still Life è un genere fotografico molto cerebrale, quasi un puzzle.
Dobbiamo rendere al meglio un oggetto, studiare le luci, l’inquadratura, l’angolazione, lo sfondo, fare in modo che ci parli e ci dica come esaltarlo.
I gioielli sono difficili da valorizzare, perché sono molto tridimensionali, sono riflettenti e hanno delle pietre preziose ad ornarli.
Fotografarli mi entusiasma, perché mi permette di unire le mie due grandi passioni: fotografia e gemmologia.
INQUADRATURA
Quando ho visto per la prima volta i gioielli di Nini, mi sono subito domandato come posizionarli.
I suoi anelli sono incredibili, delle sculture ricche di particolari in ogni loro parte e immediatamente ho pensato di fotografarli sospesi.
Per appenderli ho utilizzato un filo di nylon e altri due per poterli orientare nella direzione che preferivo.
Come sfondo un fondale bianco col limbo.
“I grandi anelli, dalla perfetta portabilità (l’ergonomia studiata sui monili d’epoca e fatta propria), si presenta con multiple, inaspettate letture, il sopra a completare e a competere armoniosamente con il sotto. I suoi monili, infatti, sono sempre oggetti tridimensionali, pensati e realizzati a tutto tondo; ogni loro angolazione studiata; forma, dimensione, materiale a dialogare tra loro. Niente è lasciato al caso: la loro percezione d’insieme è un racconto che suscita così emozioni non solo alla vista, ma anche al tatto”.
LUCI
Una volta definita la posizione ho scelto lo schema delle luci.
Due flash posti all’incirca a 45° a sinistra e a destra. Quello a sinistra, il principale, posto in alto, così da formare l’ombra sul piano sotto l’oggetto. Quello di schiarita più o meno all’altezza del piano d’appoggio.
A questo punto non restava altro che usare dei pannelli bianchi e neri per togliere i riflessi non voluti e creare quelli che invece ci aiutano a dare tridimensionalità all’oggetto.
Set pronto!
Quando fotografiamo dei gioielli dobbiamo sempre ricordare che la luce diffusa va benissimo per i metalli, ma è pessima per esaltare le pietre preziose che, invece, preferiscono una luce più dura e diretta.
“Gioielli cosparsi – ma non solo questi – di brillanti che spesso il nostro protagonista, provocatoriamente, incastona all'”incontrario”, la radice della gemma a svettare: minuscole piramidi, il taglio classico rispettato ma capovolto, così che non riflettano la luce come nella gioielleria più convenzionale, ma splendano di una propria autonoma vita. […]
Sul palcoscenico delle sue creazioni anche smeraldi, zaffiri, rubini, acquemarine e cristalli: sceglie sempre pietre rare e inusuali, particolari per forme e caratura, e ci imbattiamo così anche in incredibili autentici residui di meteorite. […]
Già tra la metà la fine degli anni Ottanta Bonetti lavora a mano sottili lamine d’oro rosa, battendole, contorcendole, sbalzandole su uno strato di pece e cuoio: mai a scegliere fusioni o interventi a cera persa, la piegatura è un leitmotiv del suo lavoro, a stratificarsi sagome dalle cromatiche variazioni luminose”.
MACCHINA FOTOGRAFICA
Per i gioielli l’obiettivo ideale è un macro, possibilmente con una lunghezza focale di 100 mm o maggiore, per evitare che ci possano essere distorsioni prospettiche fastidiose.
Per quanto riguarda la profondità di campo è sempre preferibile che gran parte dell’oggetto sia a fuoco, ma lasciando che la parte posteriore sfochi, così da dare l’illusione della tridimensionalità.
Attenzione a non chiudere olte f/16 per evitare che la nitidezza possa diminuire a causa della diffrazione.
POST-PRODUZIONE
La post-produzione nelle fotografie di gioielli è particolarmente importante.
Per prima cosa bisogna eliminare lo sporco sul fondale. Per quanto ci possiamo impegnare a tenerlo pulito, qualche granello di polvere c’è sempre.
Poi bisogna pulire l’oro dai riflessi non voluti. In fase di scatto possiamo essere bravissimi, ma almeno il riflesso della macchina fotografica andrà tolto in questa fase.
Infine dovremo lavorare sulla luce. Dovremo trovare il settaggio migliore per l’oro, quello per le gemme e quello per il fondale e riuscire ad amalgamarli.
Fotografare i gioielli di Nini Bonetti è stato un lavoro lungo ma che mi ha dato grande soddisfazione!
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